FAQ

Cosa fare se si possiede un manufatto in amianto?

È consentito l’uso di amianto?

La Legge n.257 del 1992 vieta la produzione di manufatti contenenti amianto. Un suo Decreto attuativo del 1994 ne vieta l’uso e la vendita.

Quali sono le leggi che riguardano l’amianto?

Ho l'obbligo di comunicare la presenza dell'amianto?

E’ obbligatorio comunicare la presenza di manufatti in amianto.

Ogni Regione ha emanato specifici provvedimenti che, in collaborazione con i Comuni, permettano di avere conoscenza della presenza di manufatti in amianto.

La Regione Lombardia con DGR 12.12.2005, N. 8/156 (PRAL) – Punto 2.2. – allegato 4 – ha previsto il censimento dei manufatti in amianto. Tutti i proprietari di immobili con presenza di manufatti in amianto devono obbligatoriamente inviare alle ATS provinciali il Mod NA1 – Notifica presenza di amianto in strutture e luoghi

Se si tratta di materiali friabili che possono subire danni anche accidentalmente o nel caso di manufatti che presentano danni anche se di lieve entità, si deve predisporre un “Piano di Manutenzione e Controllo” conforme al D.M. 06/09/1994, ai sensi dell’articolo 12 comma 5 della Legge 257/92.

Presso le unita’ sanitarie locali (o ATS) e’ istituito un registro nel quale e’ indicata la localizzazione dell’amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici.
I proprietari degli immobili devono comunicare alle unite’ sanitarie locali (o ATS) i dati relativi alla presenza di tali materiali.
Anche l’Ente pubblico deve provvedere all’individuazione della presenza di amianto relativamente alle strutture di propria competenza e presentare l’auto notifica.

A chi mi devo rivolgere per sapere se un manufatto contiene amianto?

I tecnici che sono formati ed abilitati a questo tipo di riconoscimento posseggono la qualifica di “Coordinatore addetto alle attività di rimozione, smaltimento e bonifica dell’Amianto”, ai sensi dell’art. 10 com.2h della Legge n. 257/92 e articolo 10 del D.P.R. 8/08/1994.

Sono il proprietario di un immobile in cui è stata rilevata la presenza di amianto, cosa devo fare?

  • Il proprietario dell’immobile e/o il responsabile dell’attività che vi si svolge deve mettere in atto un Programma di Controllo e Manutenzione al fine di ridurre al minimo l’esposizione degli occupanti.
  • Il Programma di Controllo e Manutenzione (D.M. 6/9/1994) prevede di mantenere nelle migliori condizioni possibili i materiali per prevenire il rilascio di fibre in aria e, in caso di necessità, di intervenire correttamente e verificare nel tempo le condizioni dei materiali.
  • Per approfondire: Effettuare controllo e manutenzione

Sono il proprietario di un immobile con lastre di copertura in cemento-amianto, come faccio a valutarne lo stato di conservazione?

I principali parametri da valutare in una copertura in cemento-amianto sono:

  • Compattezza del materiale
  • Evidenza di affioramento di fibre
  • Presenza di sfaldamenti, crepe, rotture
  • Presenza di materiale friabile o polverulento in gronda
  • Presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento

Le Regioni hanno predisposto delle Linee Guida per una corretta valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto e valutare l’Indice di Degrado.

Regione Lombardia: Allegato A alla Dirett. 18 novembre 2008, n. 13237: “Approvazione del “Protocollo
per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto”

Regione Emilia-Romagna: Linee Guida per la Valutazione dello stato di conservazione delle Coperture in Cemento-Amianto e per la Valutazione del rischio 

Regione Piemonte: Valutazione dello stato di conservazione di coperture in cemento amianto.

Regione Veneto: ALLEGATO A Dgr n. 265 del 15 mar 2011 – Linee interpretative regionali per la sorveglianza sulle attività lavorative con esposizione all’amianto (Titolo IX Capo III D.Lga. 81/08) 

Quali operazioni occorre eseguire in caso di accertata presenza di amianto?

Una volta individuate le strutture edilizie su cui intervenire, sarà opportuno, prima di procedere al campionamento dei materiali, articolare un finalizzato programma di ispezione, che si può cosi’ riassumere:


  1. Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull’edificio, per accertarsi dei vari tipi di materiali usati nella sua costruzione, e per rintracciare, ove possibile, l’impresa edile appaltatrice.

  2. Ispezione diretta dei materiali per identificare quelli friabili e potenzialmente contenenti fibre di amianto.

  3. Verifica dello stato di conservazione dei materiali friabili, per fornire una prima valutazione approssimativa sul potenziale di rilascio di fibre nell’ambiente.

  4. Campionamento dei materiali friabili sospetti, e invio presso un centro attrezzato, per la conferma analitica della presenza e del contenuto di amianto.

  5. Mappatura delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto.

  6. Registrazione di tutte le informazioni raccolte in apposite schede. (D.M. 6/09/1994).

Se il manufatto che si sospetta contenere amianto, ad esempio una canna fumaria in eternit,  è rotto o in cattive condizioni è opportuno coprirlo subito con un telo plastico a perdere. Dopo è necessario chiamare una ditta specializzata iscritta all’apposito registro dell’Albo Gestori Ambientali che provvederà alla messa in sicurezza del manufatto.
In questo ed in tutti gli altri casi, un tecnico abilitato potrà consigliarvi sulla scelta tra le diverse opzioni disponibili e cioè tra lasciare il manufatto in sede inalterato e redigere un Piano di Manutenzione e Controllo, oppure restaurare il manufatto o incapsularlo o, infine, rimuovere il manufatto.
Al tecnico andranno fornite tutte le informazioni conosciute su anno di fabbricazione del manufatto, precedenti interventi su di esso, possibilità di danneggiamenti futuri in funzione delle attività che vi si svolgono intorno.

Quali sono gli obblighi del Proprietario o di un amministratore di condominio?

Secondo il DM 06/09/94 , “Dal momento in cui viene rilevata la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio, è necessario che sia messo in atto un PMC (Programma di Controllo e Manutenzione) al fine di ridurre al minimo l’esposizione degli occupanti.
Tale programma implica mantenere in buone condizioni i materiali contenenti amianto, prevenire il rilascio e la dispersione secondaria di fibre, intervenire correttamente quando si verifichi un rilascio, verificare periodicamente le condizioni dei materiali contenenti amianto.”
Il proprietario e/o il responsabile dell’attività ha, quindi, l’obbligo di far redigere un PMC da tecnici abilitati.

DOCUMENTAZIONE DA PREDISPORRE A CURA DEL PROPRIETARIO E/O DELL’UTILIZZATORE DELL’IMMOBILE

Di seguito l’Indice dei documenti che si ritengono minimi e necessari per attuare il “PROGRAMMA DI CONTROLLO” in presenza di MCA compatto, localizzato sulla copertura del o degli immobili, così come esposti al punto 4/a del DM 06/09/1994.

INDICE:

  • Verifica presenza / assenza fibre di amianto nel manufatto, unica verifica oggettiva e certa è l’analisi di laboratorio (accreditato).
  • Designazione Nomina del “Responsabile amianto” con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare materiali di

Redazione di “Programma controllo e manutenzione” che prevede:

  • Redazione da parte di personale qualificato dell’Indice di Degrado (ID) secondo la normativa vigente (Pral Lombardia) (Metodo Amleto – Regione Emilia-Romagna)
  • Redazione proposta Valutazione Rischio (V.R.)
  • Scheda da cui risulti l’ubicazione dei materiali contenenti amianto sulle coperture con allegata la scheda delle analisi fatta da laboratorio accreditato dei campioni
  • Scheda indicante le specifiche procedure da utilizzare in caso di manutenzione del tetto o di parti prossime al materiale contenente amianto, con la specifica dei comportamenti da tenere e dei DPI da usare nel rispetto di quanto esposto nella circolare “ESEDI” e nel D.Lgs. 81/08. (Tali schede una volta compilate a cura del Responsabile Amianto costituiranno una valida testimonianza degli interventi manutentivi eseguiti.)
  • Nota informativa per i lavoratori diretti e/o collaboratori esterni che potrebbero essere esposti al rischio amianto.

 

Cosa bisogna fare se il manufatto in amianto è danneggiato?

Se a seguito della redazione del PMC (Programma di Controllo e Manutenzione), il manufatto risultasse danneggiato occorre intervenire con una delle tecniche di bonifica.

Sopracopertura consiste in un intervento di confinamento che si ottiene installando una nuova copertura al di sopra di quella in amianto-cemento che viene lasciata in sede quando la struttura portante sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo. Per ricorrere a tale tipo di bonifica, il costruttore o il committente devono fornire il calcolo delle portate dei sovraccarichi accidentali previsti dalla nuova struttura.

Incapsulamento prevede l’utilizzo di prodotti ricoprenti la copertura in cemento-amianto; preliminarmente all’applicazione di tali prodotti si rende necessario un trattamento della superficie del materiale, al fine di pulirla e garantire l’adesione del prodotto incapsulante. Il trattamento finale dovrà essere certificato dall’ impresa esecutrice. Tale intervento non desime il committente dall’obbligo di verificarne lo stato di conservazione.

Rimozione prevede un intervento di asportazione totale della copertura in cemento amianto e sua sostituzione con altra copertura.

Sono un cittadino che vuole segnalare la presenza di materiali che potrebbero contenere amianto, cosa devo fare?

Puoi chiedere informazioni o inviare direttamente una segnalazione (cartacea o informatizzata) al Comune in cui è ubicato il materiale sospetto.

Per approfondire: Segnalare la sospetta presenza di materiali contenenti amianto

Sono un amministratore di condominio e sospetto la presenza di materiali contenenti amianto nelle parti comuni, cosa devo fare?

L’amministratore è obbligato al rispetto della legge quadro sull’amianto e dei suoi disciplinari tecnici oltre al rispetto degli obblighi in capo al committente in caso di affidamento di lavori di bonifica.

Deve pertanto mettere in atto un Programma di Controllo e Manutenzione al fine di ridurre al minimo l’esposizione degli occupanti dell’edificio.

Per approfondire: Effettuare controllo e manutenzione

Chi deve far rimuovere l’Amianto?

In base alla normativa vigente, la verifica dello stato di conservazione dell’Amianto è a carico del proprietario dell’immobile, il quale avvalendosi di tecnico specializzato deve redigere una valutazione dello stesso ed in base alla valutazione dovrebbe prendere gli opportuni provvedimenti, quali incapsulamento, confinamento o rimozione.

A livello normativo non esiste un obbligo specifico che ingiunga a chiunque la rimozione dei materiali contenenti Amianto, ma l’obbligo di mantener aggiornata la valutazione dello stato di degrado e di prendere opportune misure di tutela qualora la valutazione stessa lo richieda.

In caso di Amianto abbandonato, o altri problemi, bisogna segnalarlo al Sindaco del Comune sul quale è insito lo stabile in questione (autorità preposta alla tutela della salute pubblica), evidenziando e magari documentando fotograficamente la pericolosità della situazione. Il Sindaco deve poi provvedere (solitamente per mezzo dei propri tecnici comunali) ad effettuare una valutazione oggettiva della situazione. Se la struttura comunale non dispone di tecnici in grado di effettuare la valutazione, il Sindaco può richiedere il supporto della Unità Operativa Igiene e sanità pubblica della USL o ATS terrritoriale che effettuerà il sopralluogo ed esprimerà un parere circa lo stato di conservazione del materiale, proponendo delle scadenze per i possibili interventi.

A fronte di questa valutazione il Sindaco può emettere una ordinanza di sgombero ai fini della tutela della salute pubblica. Se il proprietario, a fronte dell’ordinanza, non interviene entro i termini ingiunti, il Comune è tenuto ad intervenire in prima persona, addebitando successivamente il costo dell’intervento ed ulteriori oneri al proprietario dello stabile.

Se l’abbandono avviene su un terreno di proprietà altrui (avviene che persone sconsiderate gettino il loro Amianto nelle proprietà di altri) è il proprietario del terreno che deve farsi carico della bonifica e sobbarcarsi gli oneri del caso.

Anche se incapsulo e non rimuovo devo comunicarlo all’ASL-ATS e chiamare una ditta specializzata?

Si, l’incapsulamento dell’amianto è un tipo di bonifica e pertanto deve essere comunicato alle Aziende Sanitarie Provinciali o ATS ed affidato ad una Società iscritta all’Albo Gestori Ambientali alla categoria 10.

Ci sono incentivi per le famiglie?

Si, la rimozione dei manufatti in cemento amianto come serbatoi idrici, vasche di espansione, pluviali, colonne di scarico, canne fumarie, coperture, tettoie, lastre ondulate, vasi, fioriere ed altri manufatti è assimilata alle attività di ristrutturazione edilizia e pertanto gode delle stesse agevolazioni fiscali.
È dunque possibile detrarre il 50% delle spese di rimozione amianto dalle dichiarazioni dei redditi successive all’anno di rimozione.
L’unico adempimento che viene richiesto è il pagamento tramite bonifico bancario specifico per ristrutturazione edilizia.

Ci sono contributi a fondo perduto per le aziende?

Si, ci sono contributi destinati alle aziende. Annualmente è possibile partecipare a dei bandi in cui l’INAIL mette a disposizione dei fondi destinati alle aziende che rimuovono manufatti in cemento amianto come coperture in lastre ondulate, tettoie, tubazioni, colonne di scarico, pluviali, canne fumarie ed altri manufatti in Eternit o altri tipi di cemento amianto. Ciò al fine di rendere più sicuro e salubre l’ambiente di lavoro dell’azienda.

Ci sono incentivi per le aziende?

Si, ci sono incentivi destinati alle aziende. E’ possibile usufruire del credito di imposta per il 50% delle spese sostenute per la rimozione di manufatti in cemento amianto come tettoie, coperture in lastre ondulate, tubazioni, colonne di scarico, pluviali, canne fumarie ed altri manufatti in Eternit o altri tipi di cemento amianto.

Quali sono gli obblighi:
Censimento, segnalazione, bonifica, rimozione, sanzioni

Devo rimuovere l’amianto sempre?

No, non è sempre necessario rimuovere i manufatti che contengono amianto. Diviene obbligatoria la rimozione solo in caso di danneggiamenti diffusi. Nel caso delle coperture in amianto ad esempio quando il danneggiamento (rotture, crepe, superficie logora o ricoperta da licheni) supera il 10% della superficie.

Nei casi in cui il manufatto è in perfette condizioni è tuttavia obbligatorio monitorare nel tempo lo stato di conservazione del manufatto, mettendo in atto quanto previsto dal DM 6.9.1994:

Il proprietario o il legale rappresentante dell’immobile deve:

  • designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto;
  • tenere un’idonea documentazione da cui risulti l’ubicazione dei materiali contenenti amianto;
  • garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali di amianto: a tal fine dovrà essere predisposta una specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e di tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione verificabile;
  • fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare;
  • nel caso siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l’edificio almeno una volta all’anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali, redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica. Copia del rapporto dovrà essere trasmessa alla ASL la quale può prescrivere, se del caso, di effettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisperse all’interno dell’edificio.

Il censimento degli edifici ha carattere obbligatorio?

Ai sensi dell’art. 12. del D.P.R. 8/08/1994, il censimento degli edifici nei quali sono presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile ha carattere obbligatorio e vincolante per gli edifici pubblici, per i locali aperti al pubblico e di utilizzazione collettiva e per i blocchi di appartamenti.

A tal fine i rispettivi proprietari sono chiamati a fornire almeno i seguenti elementi informativi:
a) Dati relativi al proprietario dell’edificio (cognome e nome; data e luogo di nascita; residenza; telefono; denominazione della societa’ (per le societa’ indicare i dati del legale rappresentante) (per i condomini indicare i dati dell’amministratore); sede; partita IVA; telefono, telefax; codice fiscale.

b) Dati relativi all’edificio (indirizzo; uso a cui e’ adibito; tipo di prefabbricato;
prefabbricato; parzialmente prefabbricato; tradizionale; interamente metallico; in metallo e cemento; in amianto-cemento; non metallico; data di costruzione; area totale mq; numero piani; numero locali; ditta costruttrice (denominazione, indirizzo, telefono); se prefabbricato: ditta fornitrice (denominazione, indirizzo, telefono); numero occupanti; ditta/e incaricata/e della manutenzione.

c) Dati relativi ai materiali contenenti amianto (indicare il tipo di materiale e l’estensione)materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola; rivestimenti isolanti di tubi e caldaie; pannelli interni; altri materiali.


La Regione Lombardia con Delibera 8/1526 del 2.12.2005 individua in uno degli obiettivi strategici il censimento e la mappatura dei siti con amianto presenti nella Regione al fine di definire l’entità del rischio da amianto friabile e compatto e sviluppare programmi di maggior tutela sanitaria

Chi detiene una struttura con presenza di amianto è tenuto alla compilazione della scheda di “Notifica presenza amianto in luoghi e strutture da presentare all’ATS dell’ambito territoriale dove è presente l’immobile in cui è stata rilevata la presenza di amianto 

Quali edifici devono essere censiti?

Tutti gli edifici nei quali è accertata la presenza di amianto devono essere censiti a prescindere dalla tipologia di attività ivi svolta.

Come si bonifica l’amianto?

Le possibili bonifiche sono tre.

  • Il primo tipo di bonifica consiste nella rimozione del manufatto contenente amianto attraverso specifiche procedure dettate per legge e controllate dalle USL/ATS competenti.
  • Il secondo tipo di bonifiche prevede l’incapsulamento dell’amianto ossia la verniciatura del manufatto con vernici specifiche che creano una pellicola resistente lungo la superficie del manufatto, ciò al fine di impedire il rilascio di fibre di amianto.
  • Il confinamento o sopracopertura infine prevede la creazione di una barriera fisica attorno al manufatto.

L’incapsulamento ed il confinamento non allontanano il manufatto di amianto dall’edificio pertanto occorre monitorarlo nel tempo attraverso un Programma di Controllo e Manutenzione redatto da un tecnico abilitato.

Come viene smaltito l’amianto?

Lo smaltimento più conveniente oggi consiste nello stoccare i rifiuti contenenti amianto all’interno di specifiche discariche.

Esistono altri metodi di smaltimento che prevedono la distruzione termica delle fibre di amianto o il loro dissolvimento tramite reagenti. Tali tecniche non sono ancora largamente utilizzate a causa degli elevati costi.

A chi posso rivolgermi per smaltire l’amianto?

Solo le società iscritte all’Albo Gestori Ambientali alla categoria 10 possono occuparsi della bonifica dell’amianto.
I manufatti contenenti amianto possono essere manipolati soltanto adottando specifiche procedure di sicurezza che evitano il rilascio anche accidentale di fibre di amianto. Per tale motivo solo le imprese che posseggono gli strumenti e le conoscenze specialistiche possono occuparsi della bonifica dell’amianto.
Gli operatori appartenenti a tali imprese devono essere formati e addestrati in conformità all’articolo 10 della Legge n. 257/92 e all’articolo 10 del D.P.R. 8/08/1994. Per tale motivo devono essere in possesso di un “Patentino” ottenuto attraverso il superamento di un esame al termine di un corso specifico.
Anche il personale tecnico deve superare un esame al termine di un corso “gestionale” dedicato.

Per approfondire: Elenco delle Aziende addette alla bonifica

Sono previste sanzioni previste per chi effettua la bonifica amianto senza la necessaria autorizzazione?

I manufatti contenenti amianto una volta rimossi diventano rifiuti pericolosi. Per la gestione non autorizzata di tale genere di rifiuti è previsto la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da € 2.600,00 a € 26.000,00 (art.256 D.Lgs. 152/06 e s.m. e i.).

Chi commissiona i lavori di bonifica dell'Amianto è esente da responsabilità?

Chi possiede manufatti contenenti amianto e decide di bonificarli ha l’obbligo di accertarsi che il soggetto al quale sta’ affidando i lavori possegga tutte le autorizzazioni previste.
Inoltre, ad incarico affidato, il proprietario del manufatto deve verificare che vengano effettuate le comunicazioni agli uffici Aziende Sanitarie Provinciali competenti ed a smaltimento avvenuto deve chiedere copia del documento di trasporto a smaltimento, cioè il Formulario di Identificazione Rifiuto (FIR) dove sono riportati i soggetti coinvolti, il luogo oggetto di bonifica ed i manufatti rimossi.

Come verifico che la società che deve bonificare l’amianto sia abilitata?

Prima di sottoscrivere il contratto per la bonifica dei manufatti in cemento amianto il proprietario deve richiedere l’iscrizione alla camera di commercio e l’iscrizione in corso di validità alla categoria 10 dell’Albo Gestori Ambientali.

Chi effettua i controlli per verificare la pericolosità del cemento-amianto eternit?

Sono principalmente le USL/ATS/ASL ad effettuare il controllo sull’amianto. Diversi uffici si occupano di diversi controlli.
Vengono controllati i manufatti presenti sul territorio, il loro stato di conservazione, il pericolo che possono generare e la sussistenza di un adeguato controllo da parte del proprietario.
Altri uffici delle USL/ATS/ASL controllano le aziende che bonificano l’amianto. Vengono verificati la formazione degli addetti, il loro controllo medico, i dispositivi di protezione di cui sono dotati, la correttezza formale delle procedure di bonifica contenute nei documenti ricevuti con i quali le aziende dichiarano di rimuovere i diversi manufatti in cemento amianto e, infine, in cantiere la corretta applicazione di queste procedure.
Altri enti che si occupano di controlli sull’amianto sono l’ARPA, gli uffici Ambiente dei Comuni, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, la Polizia Municipale.

Che cos’è il Piano di Lavoro?

Il Piano di lavoro è il documento con il quale le aziende, che devono bonificare manufatti contenenti amianto, comunicano alle Aziende Sanitarie (ASL – ATS – USL) le procedure che intendono adottare ed il possesso dei requisiti previsti per legge per queste attività, come previsto dall’art. 256 del testo unico sulla sicurezza D.Lgs. 81/08.

Il Piano di Lavoro rimane depositato presso l’ASL-ATS per 30 giorni per la bonifica, infatti, è sufficiente il silenzio assenso. Solo dopo questo lasso di tempo è possibile eseguire la bonifica.

Per la Lombardia è obbligatoria l’iscrizione al servizio Gema

Durante la bonifica di amianto, in altre parti dell’edificio essere eseguiti altri lavori o possono sostare inquilini?

Nei cantieri ove si bonifica amianto non deve esserci alcuna interferenza con altre attività siano esse edili che di altro tipo.

L’impresa che bonifica amianto deve identificare e circoscrivere un’area con cartelli e nastri segnalatori, all’interno di quest’area potranno accedere solo gli addetti alla bonifica dell’amianto.

L’estensione di quest’area varia di caso in caso e viene definita nell’ottica di scongiurare che soggetti sprovvisti dei necessari dispositivi di protezione possano entrare in contatto con fibre di amianto disperse accidentalmente durante la bonifica.

Le coperture di cemento amianto sono calpestabili?

No, molti infortuni sul lavoro a volte mortali sono causati proprio dal pedonamento delle coperture in cemento amianto. Le lastre nuove appena realizzate avevano una portanza di circa 80 kg al metro quadro se poggiate su sostegni a due metri di distanza. Tale portanza non è sufficiente a sostenere il peso di un uomo considerando inoltre che lastre che hanno ormai almeno 22 anni hanno perso parte della propria resistenza meccanica.

Se mi accorgo di una bonifica dell’amianto senza autorizzazione chi posso avvisare?

Si può avvisare al Polizia Municipale, i Carabinieri, il Dipartimento dell’Azienda Sanitaria Provinciale o l’Ufficio Ambiente del Comune.

A chi posso segnalare un manufatto contenente amianto?

Si può inoltrare una segnalazione all’Azienda Sanitaria Provinciale (ATS/ASL/USL) o l’Ufficio Ambiente del Comune.

Che sanzione è prevista per chi abbandona l’amianto?

Le sanzioni per l’abbandono dell’amianto che è un rifiuto pericoloso sono doppie rispetto a quelle previste per un rifiuto non pericoloso.

Le sanzioni variano da 600 € a 6.000 € secondo l’articolo 34 del D.Lgs. 205/10. A queste sanzioni si aggiunge l’obbligo di rimuovere e smaltire l’amianto abbandonato, bonificare il sito di abbandono e ripristinare lo stato dei luoghi.

E’ possibile gettare l’amianto nel cassonetto dei rifiuti?

No, il cemento amianto come l’Eternit, ad esempio, è un rifiuto pericoloso, pertanto, può essere bonificato e smaltito solo tramite una ditta specializzata iscritta all’Albo Gestori Ambientali alla categoria 10.

Perché l’Amianto è pericoloso - patologie dell’amianto

Che danno può causare l’amianto alla salute?

L’amianto è cancerogeno, cioè, può provocare diversi tumori. I tumori causati dall’amianto si generano a causa dell’inalazione delle fibre ed il loro permanere nelle vie respiratorie profonde. Tali fibre, infatti, rimangono all’interno dell’organismo e non riescono ad essere eliminate neanche dopo molti anni.

I materiali contenenti amianto più pericolosi sono i materiali del tipo friabile oppure i materiali compatti danneggiati o non in perfetto stato di conservazione.

Quali sono le patologie legate all'amianto?

L’esposizione alle fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi).
L’asbestosi è una grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata all’inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie.
Il carcinoma polmonare, che è il tumore maligno più frequente, si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il fumo favorisce di molto la probabilità di contrarre la malattia.

Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.

Quando l’amianto è pericoloso?

I materiali che contengono amianto,  costituiscono pericolo solo quando liberano fibre nell’aria. Ciò accade nel caso di materiali del tipo friabile o anche nel caso di materiali del tipo compatto, lastre, serbatoi, tubazioni e canne fumarie rotti o che presentano la superficie danneggiata o comunque non in buono stato.
Nonostante la grande resistenza dei materiali contenenti amianto l’esposizione alla pioggia ed al vento ha causato nella maggior parte dei casi l’invecchiamento della superficie dei manufatti. Dato che il divieto di vendita risale al 1994, i più recenti di questi manufatti, infatti, hanno ormai oltre 25 anni.

Chi rischia con l’amianto?

Sicuramente la categoria che rischia maggiormente sono i lavoratori delle industrie che confezionavano manufatti contenenti amianto. Seguono i membri delle loro famiglie ed i lavoratori nelle aziende di rimozione dell’amianto.
Purtroppo, non è esente da rischio anche chi non ha mai lavorato con l’amianto. L’esposizione accidentale a rilasci di fibre nell’ambiente in cui si vive o lavora infatti genera un rischio minore ma non pari a zero.

Che malattie provoca l’amianto?

L’inalazione di fibre di amianto può provocare anche a decenni di distanza gravi malattie dell’apparato respiratorio e della pleura, la membrana che avvolge ogni polmone.
All’esposizione alle fibre di amianto anche a basse dosi sono associati diversi tipi di tumore altamente maligni e l’asbestosi grave malattia del sistema respiratorio con complicazioni cardiocircolatorie.

L’acqua contenuta nei serbatoi in amianto si può bere?

Si, non è provato che eventuali fibre di amianto contente nell’acqua siano cancerogene o pericolose in generale. Tuttavia serbatoi in amianto la cui superficie è deteriorata possono rilasciare nell’aria fibre respirabili di amianto. Sono queste che se inalate possono causare a distanza anche di molti anni alcuni tipi di tumore.

Specifiche sull’amianto:
Cos’è, come si riconosce, dove lo si trova

Cos’è l’Amianto

L’amianto o absesto è una fibra minerale comune in natura. Viene estratto dalle rocce silicee.
L’amianto è composto da microscristalli e si presenta come un insieme di fili sottili e affiancati.
Esistono diversi tipi di amianto a seconda della diversa struttura cristallina, i più diffusi sono:

  • la Crocidolite (amianto blu);
  • l’Amosite (amianto bruno);
  • l’Antofillite;
  • l’Actinolite, 
  • la Tremolite, 
  • il Crisotilo (amianto bianco).

Grazie alla sua struttura fibrosa l’amianto possiede molteplici proprietà come flessibilità, resistenza meccanica, al calore, al fuoco, all’aggressione chimica, all’aggressione biologica.
Pannelli ed altri manufatti contenenti amianto riducono drasticamente la trasmissione del suono e del calore. Grazie alla possibilità di essere filato analogamente al cotone ed alla lana, si possono realizzare dei veri e propri tessuti. Ha anche capacità leganti con materiali cementizi e plastiche.
Legato dunque ad altri materiali o tessuto, l’amianto diviene pertanto un materiale eccellente e versatile utilizzabile in molti ambiti ed in particolare nell’edilizia.
Perciò l’amianto è un minerale praticamente indistruttibile, non infiammabile, molto resistente all’attacco degli acidi, flessibile, resistente alla trazione, dotato di buone capacità assorbenti, facilmente friabile.

Come si riconosce l’amianto?

La data di realizzazione di un manufatto può essere utile ad escludere la presenza di amianto, questo poiché a partire dal 1992 una legge ne vieta in Europa la produzione e dal 1994 è stata vietata anche la vendita e l’uso di manufatti contenenti amianto.
Per manufatti realizzati prima del 1992 o per i quali non si conosce la data di realizzazione, l’analisi visiva può essere utile per escludere che lo stesso sia costituito da materiali che possano contenere amianto.
Nel caso in cui anche l’analisi visiva lasci dei dubbi, è necessario effettuare un campionamento ed un’analisi del materiale.
I metodi di analisi prevedono l’uso del microscopio ottico a contrasto di fase o della microscopia elettronica a scansione.
I laboratori che effettuano l’analisi su materiali contenenti amianto devono essere in possesso di specifici requisiti e sono inseriti in un elenco periodicamente aggiornato consultabile sul sito web del Ministero della Salute, alla “Sezione sicurezza chimica” al seguente link:
Per approfondire: conoscere e individuare i materiali contenenti amianto negli ambienti di vita

Amianto Compatto o friabile. Che differenza c’è?

L’amianto può essere legato all’interno di un altro materiale come il cemento o plastiche come il PVC e molti altri materiali. In questi casi si parla di amianto compatto, le fibre di amianto si liberano soltanto quando il materiale si rompe o la sua superficie è logora o non più perfettamente integra.
Un esempio di amianto compatto legato al cemento sono i manufatti in cemento amianto come le lastre ondulate delle coperture in eternit, le lastre piane delle pareti coibentate, i serbatoi d’acqua, le canne fumarie, le tubazioni, le fioriere, le pensiline e molti altri manufatti.
Quando le fibre di amianto non sono legate ad alcun materiale o quando sono legate debolmente si parla di amianto friabile. Tali materiali sono riconoscibili poiché si sbriciolano con una lieve pressione o addirittura con il semplice tocco.
Alcuni esempi di amianto friabile sono le coibentazioni di tubi, le guarnizioni di caldaie, i rivestimenti coibentanti o fonoassorbenti.
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Per approfondire: cos’è l’amianto

Dove si trova l'amianto?

L’amianto ed i materiali che lo contengono hanno avuto in passato larghissima diffusione.
Le caratteristiche delle fibre di amianto hanno consentito di utilizzare questi materiali in moltissimi settori. Più comunemente si possono trovare manufatti che contengono amianto fra i materiali da costruzione.
Ad esempio, è molto frequente trovare coperture, serbatoi idrici, tubazioni, canne fumarie in amianto e fioriere realizzate con cemento amianto.

Come faccio a sapere se un manufatto contiene amianto?

Si può cominciare identificando la data di realizzazione del manufatto. Se tale data è certa e successiva al 1994 il manufatto non dovrebbe contenere amianto, ma in caso di dubbio meglio rivolgersi ad un tecnico specializzato.
Se la data è precedente al 1994 si può cercare una stampigliatura o una scritta del tipo FIB-CEM oppure FIBRO CEMENTO o simili. In tali casi il produttore del materiale ha voluto esplicitare che il materiale è del tipo fibro cemento ma non contiene fibre di amianto.
In assenza di queste indicazioni anche l’aspetto può aiutare un tecnico specializzato ad identificare i manufatti che non contengono amianto. Infatti, nel settore edile e nel caso delle lastre ondulate in particolare, alcuni produttori hanno dato forme e colori “speciali” ai manufatti che non contenevano amianto.
Se le fattezze del manufatto non consentono una certa esclusione della presenza di fibre di amianto allora è necessario un campionamento ed un’analisi in laboratori accreditati in Italia da ACCREDIA e specializzati nella ricerca di fibre di amianto.

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È consentito l’uso di amianto?

La Legge n.257 del 1992 vieta la produzione di manufatti contenenti amianto. Un suo Decreto attuativo del 1994 ne vieta l’uso e la vendita.

Dove è stato utilizzato l’amianto?

Le caratteristiche proprie del materiale e il costo contenuto ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale. Pertanto, per anni è stato considerato un materiale estremamente versatile a basso costo. Esso è stato utilizzato in modo massiccio nel passato per le sue ottime proprietà tecnologiche e per la sua economicità. Tra gli innumerevoli prodotti contenenti amianto si ricordano, solo per citarne alcuni:

  • corde, nastri e guaine per la coibentazione di tubazioni, di cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, ecc.;
  • tessuti per il confezionamento di tute protettive antifuoco, coperte spegni fiamma, ecc.;
  • carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, ecc.;
  • pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di tubazioni;
  • filtri costruiti con carta di amianto, o semplicemente con polvere compressa, utilizzati nell’industria chimica ed alimentare.

Inoltre, dall’impasto con altri materiali si ottenevano l’amianto a spruzzo, utilizzato:

  • come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie);
  • come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento);
  • come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici.

E’ stato impiegato, inoltre, nel settore dei trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, di navi, di autobus, ecc..

Come vengono classificati i materiali contenenti amianto presenti in edifici?

Ai fini pratici, i materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in tre grandi categorie:

  1. materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola;
  2. rivestimenti isolanti di tubi e caldaie;
  3. una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta densita’ (cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili. I materiali in cemento-amianto, soprattutto sotto forma di lastre di copertura, sono quelli maggiormente diffusi. (D.M. 6/09/1994).

Amianto ed Eternit sono la stessa cosa?

No, con amianto si intende un gruppo di minerali dall’aspetto filamentoso e dalle molte proprietà. La Eternit era una ditta che produceva manufatti in cemento amianto. Il nome Eternit inoltre era stato registrato dalla stessa ditta coma marchio per quel tipo di manufatti.
La Eternit era una grande produttrice di manufatti in cemento amianto ma non l’unica. Esistevano infatti su tutto il territorio nazionale diverse industrie che producevano cemento amianto.

Specifiche sull’amianto:
Cos’è, come si riconosce, dove lo si trova

Quali sono i Bandi per finanziare lo smaltimento dei manufatti in amianto ?

Per le Imprese con dipendenti è possibile accedere ai finanziamenti previsti ogni anno da INAIL
https://www.inail.it/cs/internet/attivita/prevenzione-e-sicurezza/agevolazioni-e-finanziamenti/incentivi-alle-imprese/bando-isi-2023.html